Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘terremoto Roma 11 maggio 2011’

Se ne parlava da anni, nei siti specializzati, nei forum alternativi, nei blog di appassionati , tutto quel popolo di naviganti affezionati alle scienze di confine ne era al corrente. Anni addietro, seguendo le tracce di Nikola Tesla e Guglielmo Marconi, un omino di Imola, tale Pier Luigi Ighina, aveva costruito uno strumento incredibile, che a suo dire era in grado di scaricare dalla terra la potenza devastante del terremoto, agendo come una valvola di sfogo.
Erano andati ad intervistarlo i giornalisti della trasmissione Report di RAI 3, rimanendo colpiti dalla sicurezza con cui il ricercatore aveva dimostrato di essere in grado di aprire uno squarcio nel cielo nuvoloso, utilizzando una macchina di sua invenzione aveva fatto aprire le nubi, mostrando il cielo azzurro in pochi minuti dall’avviamento del suo strumento, davanti alle telecamere che mandarono in onda quell’ avvenimento.
Durante quell’ intervista, che resta una pietra miliare per gli appassionati e ricercatori di scienze non riconosciute, Pier Luigi mostro’ alcune sue invenzioni messe a punto basandosi sulla teoria di forze contrapposte di natura magnetica, non mancando di descrivere la sua valvola contro i terremoti :   “ Questa è la valvola antisismica. Il terremoto è nato come gas compresso, noi, se andiamo in bicicletta, dobbiamo, perche’ non scoppi la gomma, metterci una valvola. E questa qui’ è lo stesso.”
Quando il giornalista di Report gli chiese se poteva in qualche modo dimostrare se la sua creazione funzionava davvero, Ighina gli mostro’ dei giornali del 2 gennaio 1996, la notizia del giorno riguardava un terremoto che aveva colpito Faenza e Modena, saltando letteralmente Imola, che si trova in mezzo a queste due citta’, ma dove era gia’ ben piantata nel terreno la struttura di sua invenzione.



“La valvola antisismica di Ighina Marconi”
, questa è la denominazione con cui vengono diffusi in rete i documenti relativi alla macchina che resto’ piantata per anni nel giardino della grande casa di via Romeo Galli, sino a che fu’ estratta dal terreno, a causa di una grande ristrutturazione del caseggiato, dopo che Ighina, nel 2004, venne a mancare.
Quella invenzione divento’ un mito.
Negli anni che seguirono, alcuni volenterosi ed indipendenti appassionati della materia, fecero ricerche, elaborarono i primi disegni, e li misero a disposizione in rete.
Ma spesso mettere in pratica una idea resta cosa difficile, e la valvola antisismica, rimaneva descritta in quei fogli , mostrata nei video su You Tube, dove un anziano Ighina, ne raccontava le caratteristiche.
Ad oggi nessuna notizia  mi è giunta di  alcuno di questi strumenti ighiniani   installati in nessuna delle zone a rischio della nostra penisola purtroppo sensibile ad eventi sismici. Forse che sia cosa difficoltosa o impossibile da realizzare? Un idea ha preso forma proprio in questo blog, in un post scritto per descrivere la ventilata teoria di Bendandi, il famoso sismologo faentino che, grazie ad un suo elaborato sistema basato sull’ influenza dell’ allineamento dei pianeti sulla Terra,è stato piu’ volte in grado di prevedere i terremoti, anche con largo anticipo.
Un primo utente si è reso disponibile a sovvenzionare e  collaborare con me per la realizzazione della valvola antisismica, avendo casa nella zona di Roma, preoccupato della possibilita’ che esista davvero una previsione del Bendandi per un terremoto che potrebbe avvenire a Roma il 11 maggio del 2011.
Incoraggiato, mi misi all’opera.
Recuperato il progetto di Emiro Medda, che ebbe la fortuna di conoscere personalmente Ighina, iniziai ad elaborare l’ idea. Un giovane ingegnere si offri’ di sviluppare i primi disegni tridimensionali, Emiro mi forni’ le piu’ ampie delucidazioni richieste. La valvola antisismica di Ighina, nel suo progetto originale, avrebbe una portata per un area di 72 km. di diametro, ma è una struttura molto grande, che svetta fuori dal terreno in cui va’ piantata, per circa tre metri, diventa troppo ingombrante e difficilmente utilizzabile per gran parte degli eventuali utenti.

Per potere distribuire agevolmente lo strumento, mi venne l’ idea di ridurla di dimensioni, pur rendendomi conto che questo comporterebbe eventualmente una diminuzione del raggio di azione. Chiesi consiglio ad Alberto Tavanti, che fu’ collaboratore di Ighina per 40 anni, e di cui mi onoro di essere fraterno amico. Alberto appoggio’ in pieno la mia idea di fabbricare una valvola piu’ piccola, avendo egli stesso verificato in passato, che anche strutture piu’ piccole, potevano ridurre o eliminare gli effetti di un sisma , anche se  riducendo in proporzione il diametro dell’ area controllata.
La valvola venne ridimensionata in scala esatta di un terzo rispetto a quella originale, considerando comunque che piazzata in un giardino, coprirebbe comunque un area di circa 24 km di diametro, quanto una piccola citta’, e che svetterebbe fuori dal terreno circa un metro.
Considerandone i colori dell’ arcobaleno con cui viene dipinta, essa sembra piu’ una bella scultura moderna, che un elemento tecnico di scienza nuova.
Tentare non nuoce piu’ di tanto, se la valvola di Ighina dovesse veramente funzionare, l’investimento impiegato per procurarsela, diventerebbe una assoluta nullita’ nella malaugurata ipotesi di evento sismico.
Per  ulteriori informazioni, prenotare, acquistare, collaborare alla produzione e distribuzione della valvola antisismica, invia una mail a             altrascienza@gmail.com                    oppure lascia un commento al post.

Nell’ immagine di testa IL PRIMO DISEGNO IN TRE D della valvola offerto gratuitamente da un ingegnere utente di ERIM, nell’ immagine di centro, il ritaglio di giornale mostrato da Ighina in un estratto della puntata di Report in cui lo intervistarono, nelle immagini seguenti, un particolare del la valvola di Ighina piantata nel suo giardino, e la foto del telaio della valvola da me costruita e presto in distribuzione.

Read Full Post »

Le notizie che compaiono in internet riguardo ad un terremoto che dovrebbe avvenire a Roma l’ undici maggio del 2011 sono infondate. Lo ha detto a Voyager, la trasmissione di rai 2 ,il 13 ottobre del 2010 , Paola Lagorio, la Presidente della Associazione “La Bendandiana” che si occupa di raccogliere, riordinare e conservare i documenti dello studioso faentino Raffaele Bendandi nel museo a lui dedicato. Vero è che una parte della documentazione del ricercatore venne trovata distrutta nella sua casa successivamente alla sua morte,  fra’ i molti incartamenti ritrovati e che fanno riferimento ai prossimi due anni a venire, vi sono trascritte cifre e disegni ma nessun riferimento chiaro ad un eventuale previsione per Roma e zone limitrofe.

Lo studioso Bendandi ebbe modo di farsi prendere sul serio quando previde terremoti in centro America e nei Balcani, in quanto ebbe l’ accortezza di registrare le sue previsioni da un notaio di Faenza, Domenico Savini. Quando i terremoti avvennero lo studioso faentino balzo’ agli onori della cronaca ed inizio’ a collaborare con gioornali esteri , per la previsione dei terremoti.
Bendandi sosteneva che l’ origine dei terremoti è assolutamente cosmica e quindi sono prevedibili esattamente. Egli stilava un parallelogramma delle forze che veniva chiuso dalla Luna, quando questo si verificava in natura scattava il meccanismo del terremoto.
Ma ad un certo punto delle sue ricerche si accorse che i conti non gli tornavano .Egli quindi considero’ la possibilita’ della presenza di quattro corpi transnettuniani di cui determino’ grandezza, massa, orbita intorno al Sole, e li comprese nei suoi calcoli numerandoli 1 2 3 4 .
A quel punto i conti quadravano, e Raffaele Bendandi ebbe conferma delle sue ricerche andando a controllare a ritroso sino all’ era volgare. Ogni volta che la natura aveva presentato una posizione dei pianeti uguale a quella calcolata dal sismologo faentino,avveniva il terremoto.
Bendandi è morto a Faenza nel novembre del 1976.
quanto sembra nessuno ha proseguito le sue ricerche, anche se fece previsioni clamorose, addirittura ci sono testimonianze di come cerco’ di allertare la prefetture in occasione del terremoto in Friuli del 6 maggio 1976, ma non venne ascoltato. Ci furono 989 morti il giorno dopo.
Bastera’ questa dichiarazione di Paola Lagorio a fugare le paure che puntualmente arriveranno fra’ qualche mese, alimentate anche dagli articoli pubblicati in rete?
Oppure la gente pensera’ che si tratti di una manovra ben congegnata per tranquillizzare la popolazione, e mettere a tacere ancora una volta quel “matto” di Bendandi con le sue previsioni, con cui si rischia di far scappare i turisti?

Articoli correlati in questo blog : Raffaele Bendandi, i terremoti tornano.
Il sismologo faentino  e Pier Luigi Ighina ebbero l’ occasione di conoscersi grazie all’ interessamento di Alberto Tavanti, collaboratore di Ighina per 40 anni.
Pare che Bendandi fosse comunque una persona molto restia a divulgare le sue conoscenze, in ogni caso Ighina fra le sue apparecchiature creo’ anche una valvola sismica, ne potrete sapere di piu’ leggendo in questo blog ” Il terremoto si è fermato ad Imola”.
Ecco il video della trasmissione, ho inserito volutamente la seconda parte, quella che ritengo piu’ interessante, sara’ semplice per gli utenti che intendano approfondire, seguire la prima parte sempre su you tube. Al minuto 10:50 le dichiarazioni della Lagorio.


[kml_flashembed movie="http://www.youtube.com/v/1k-2r0cA-jA" width="425" height="350" wmode="transparent" /]

Read Full Post »